domenica 23 agosto 2009

Il decesso

In una delle notti afose di fine agosto.
Da un capo della città, dove impazzava la festa, gli schiamazzi allegri dei giovani arrivavano sino al capezzale dell'anziana, all'altro capo della matassa urbana.
Che curiosa accozzaglia di contrari, la vita. Bizzarra fino all'utlimo.
Mentre a Verona gli amici gioivano, io rassicuravo la mia prozia in una ultra tecnologica sala dell'ospedale di San Bonifacio. E lei ,col volto contratto, tutta tremante balbettava:
"Guarda come sono ridotta... voglio morire a casa mia".
Io non volevo credere alle sue parole: del resto non si vuole, non si riesce a pensare al vuoto... alla Morte e nemmeno la riconosciamo, persino quando la incrociamo per strada.
Era cosi piccola, la zia, in quel lettino di ospedale, così inerme. Cosa potevo fare, se non accarezzarla e rassicurarla, dicendole che sarebbe passato tutto?
Ma le mie stupide parole non reggevano la pienezza di quello sguardo, che di quattro chiacchiere non se ne fa più nulla... C'era la sua consapevolezza di morte contro la mia superficiale bonarietà.
Per almeno tre volte ha cercato di alzarsi dal letto... con dignità, e per tre volte l'ho riaccomodata sotto le lenzuola:
"voglio morire a casa!".
93 anni si spengono in un istante.
Quanto non ci siamo detti... quanto tempo è trascorso dall'ultima volta che la vidi, forse un anno?
Tutto quello che rimane sono frammenti di ricordi, e potrei raccontarli per sperare di non dimenticare quel poco che mi rimane, potrei scriverli.
Senza presagire nulla, sono uscito con mio padre dall'ospedale, ho bevuto al bar Centrale un acqua Tonica, quella dal sapore amaro. Erano le 1 del mattino e attendevamo la diagnosi del cardiologo. Tutto a un tratto mi ricordai che la prima acqua tonica, col suo sapore amaro, rinfrescante e unico l'avevo bevuta molto tempo fa, in una località balneare nelle Marche: a quel tavolino di un piccolo chiosco sulla spiaggia sedevano un biondo bambino di 7 anni, le sue due zie e la nonna. Quanto era amara e dissetante allo stesso tempo quell'acqua tonica. Quel bambino rideva. Ora quel bambino piange.
In una notte afosa di fine agosto si è spenta Emma. Chiedeva di morire a casa sua, ma io, inpotente essere di carne e sangue, non sono riuscito ad esaudire nemmeno il suo ultimo desiderio.