lunedì 5 ottobre 2009

Scegliere

Forte ergo sicut de ventre cibus ruminando,
sic ista de memoria recordando proferuntur

Alcune ruminazioni sulle scelte:

La scelta è nostra compagna di vita: assidua e dalle numerose frequentazioni.
Scegliere è la manifestazione dell'individualità.

Odiare è amare, ma al contrario:
erama.
Odiare e amare sono scelte assolute, poiché amore e odio sono incondizionati: in questo senso il vero amore dura non più di un istante, cosìccome il vero odio.
Nel momento stesso in cui ulteriori macchinazioni e ragionamenti subentrano nel razionalizzare e confinare gli assoluti, essi perdono necessariamente del loro incondizionato vigore.

Ogni scelta è assolutamente soggettiva, sebbene possa essere condizionata dall'esterno.
Ad esempio, fortuna e sfortuna esistono come condizioni indipendenti dalla propria volontà e dalla propria coscienza (rientrando nella dimensione dell'imprevedibile o, meglio ancora, del non facilmente prevedibile). Sono condizioni che infieriscono sulle nostre scelte, pur non essendone nè l'origine, nè tanto meno la finalità.

domenica 23 agosto 2009

Il decesso

In una delle notti afose di fine agosto.
Da un capo della città, dove impazzava la festa, gli schiamazzi allegri dei giovani arrivavano sino al capezzale dell'anziana, all'altro capo della matassa urbana.
Che curiosa accozzaglia di contrari, la vita. Bizzarra fino all'utlimo.
Mentre a Verona gli amici gioivano, io rassicuravo la mia prozia in una ultra tecnologica sala dell'ospedale di San Bonifacio. E lei ,col volto contratto, tutta tremante balbettava:
"Guarda come sono ridotta... voglio morire a casa mia".
Io non volevo credere alle sue parole: del resto non si vuole, non si riesce a pensare al vuoto... alla Morte e nemmeno la riconosciamo, persino quando la incrociamo per strada.
Era cosi piccola, la zia, in quel lettino di ospedale, così inerme. Cosa potevo fare, se non accarezzarla e rassicurarla, dicendole che sarebbe passato tutto?
Ma le mie stupide parole non reggevano la pienezza di quello sguardo, che di quattro chiacchiere non se ne fa più nulla... C'era la sua consapevolezza di morte contro la mia superficiale bonarietà.
Per almeno tre volte ha cercato di alzarsi dal letto... con dignità, e per tre volte l'ho riaccomodata sotto le lenzuola:
"voglio morire a casa!".
93 anni si spengono in un istante.
Quanto non ci siamo detti... quanto tempo è trascorso dall'ultima volta che la vidi, forse un anno?
Tutto quello che rimane sono frammenti di ricordi, e potrei raccontarli per sperare di non dimenticare quel poco che mi rimane, potrei scriverli.
Senza presagire nulla, sono uscito con mio padre dall'ospedale, ho bevuto al bar Centrale un acqua Tonica, quella dal sapore amaro. Erano le 1 del mattino e attendevamo la diagnosi del cardiologo. Tutto a un tratto mi ricordai che la prima acqua tonica, col suo sapore amaro, rinfrescante e unico l'avevo bevuta molto tempo fa, in una località balneare nelle Marche: a quel tavolino di un piccolo chiosco sulla spiaggia sedevano un biondo bambino di 7 anni, le sue due zie e la nonna. Quanto era amara e dissetante allo stesso tempo quell'acqua tonica. Quel bambino rideva. Ora quel bambino piange.
In una notte afosa di fine agosto si è spenta Emma. Chiedeva di morire a casa sua, ma io, inpotente essere di carne e sangue, non sono riuscito ad esaudire nemmeno il suo ultimo desiderio.

martedì 10 marzo 2009

Nostos

La mia prua solca nuovamente l'oceano della cultura.
Finalmente un nume benevolo mi concede lucidità.

«Quel che insegna Google è che c'è oggi una parte enorme di umani per la quale, ogni giorno, il sapere che conta è quello in grado di entrare in sequenza con gli altri saperi». Alessandro Baricco, I barbari, Feltrinelli

mercoledì 25 febbraio 2009

A scuola di politica con "Il piccolo zar", di Demetrio Volcic

Illustrissimi,
Oggi ho speso il mio tempo a leggere d'un fiato l'opera di Demetrio Volcic riguardante Vladimir Putin, Il piccolo zar.
I pensieri si accumulano scomposti nell'anticamera della mente: da dove cominciare?
Si tratta indubbiamente di una biografia dal taglio moderno, arrangiata a dovere da un musico competente ed efficace. Il soggetto è forse uno dei più scottanti e attuali: l'"uomo nuovo", estremamente faber, a cavallo di una Russia impetuosa e mai addomesticata. Una Russia, per certi versi, nobile, ma sempre rude e pratica. Una Russia atavica e focosa, giovane delle sue risorse e innondata dalle nuove idee che sono straripate dal crollo del muro.
Il cavallo, che da sempre galoppa a fianco dell'ormai stanco ronzino europeo, ha disarcionato la decadente burocrazia sovietico-comunista e si è fatto domare, almeno apparentemente, da un fantino forte, capace e, senza alcun dubbio, pragmatico.
Forse l'indomito stato russo abbisognava dell'interveno di polso di un ex-agente del KGB; forse la lotta agli oligarchi, potenti ombre che hanno reso, nei fatti, grande un'economia in ginocchio, poteva essere condotta solo dal depositario dei segreti di una nazione, raccolti durante il regno di Eltsin; forse il monopolio dell'informazione crea il potere di distruggere ed epurare.
Comunque, tra gli intrighi di corte del Cremlino, Putin ne esce come un Cromwell tutto moderno, un inquisitore infervorato dalla fede nello stato e forgiato dalla struttura meritocratica sovietica: il capitano che ha saputo spiegare le vele di un galeone derelitto, gettando il sovrappeso di falci e martelli, schiacciando i topi che depredavano la cambusa e stroncando a fil di legge l'ammutinamento della ciurma.
La penna del cronista, critica e pungente, delinea, comunque, alle spalle del "piccolo Zar" la nube plumbea e oscura dell'esercizio, a volte sconcertante, di un potere immane: Putin è il cuore di una compagnia riattivata e in pieno utile, la Russia. Egli è in realtà il sovrano di un impero democratico e illuminato.
Forse, e questo vale per alcuni popoli più che per altri (così almeno apprendevo da un amico russo nazionalizzato italiano), solo una spada capace può ridestare il senso civico da cui nasce la democrazia, che per ora, in Russia, come in altri paesi ben più vicini e cari, sembrerebbe più mediatica che reale; forse, alcuni popoli meritano realmente le proprie oligarchie e vagano sonnambuli nell'incoscienza del diritto di poter esprimere la propria volontà: una "beata ignoranza", creata ad arte da forze interne alle realtà nazionali e supportata dall'opera dei media.
Curiosi anche gli "oleodotti" logici che la mente di un lettore potrebbe scavare tra l'attuale situazione russa e il nostro "piccolo stivale".
Un libro, insomma, che insegna come in Russia l'impegno e la povertà siano molte volte il preludio alla risolutezza e alla scaltrezza che conducono al potere. Una lezione di cronaca che svela come l'indice di gradimento del politico risieda nella sua capacità di imbrigliare il senso comune del "giusto" e scoccarlo contro i predoni della res pubblica. Uno scritto che ci fa meditare su come l'esperto politico sappia colpire senza essere colpito, isolare e punire, senza mai offrire il fianco ed essere freddato dagli antagonisti.
Il libro si gusta dall'inizio alla fine: un bianco, più che "un rosso", di facile beva e non meditativo. Persiste nella mente, divenendo l'aperitivo ideale per piacevoli serate con amici.
Sconsigliato vivamente a tutti coloro che della politica fanno un'ideologia contrappuntata di belle parole e grandi gesta, piuttosto che un esercizio molto pratico indotto da somme e sottrazioni di interessi.

Maed

sabato 14 febbraio 2009

Il necromante

Internet fomenta la libera espressione di una vox populi talmente variegata e paritaria da impedire a chicchessia di raggiungere persino un'esile certezza: stiamo assistendo a una esplosione incondizionata e irrefrenabile degli ego della rete che, a lungo andare potrebbe sfociare nella sterilità culturale.
Mai come ora nella storia dell'uomo, si è potuto assistere a una tale stregoneria: senza i limiti dello spazio e del tempo, il necromante amalgama nel calderone dell'era informatica le inquietudini del postmoderno, le formule del positivismo, la matematiche spicciole del liberalismo e, non ultime, le sconcertanti credenze del paganesimo, medioevali reminiscenze che, da sole, riflettono una disorientata coscienza comune, tanto ricca di sollecitazioni quanto priva di fondamenta.
Angeli custodi e tarocchi, azioni e investimenti, riflessioni e pensieri, satanisti e santoni pullulano nella stessa piazza mediatica. Contrattano, schiamazzano, strillano e corrodono la nostra lucidità.
Il necromante si avvale dell'incantesimo della cultura blanda e globale, frammentaria e manovrata per creare un nero di seppia indistinto, originato dalla mera somma delle più disparate esperienze locali. "Ecco a voi la nuova generazione di ingranaggi semi pensanti che gratificano e sostengono le società contemporanee. Essi sono capaci di sapere, del resto non sono forse uomini sapienti sapienti?, ma non sanno cosa credere. Scelgono di vivere, senza averne la certezza. Produrre per riprodursi, pagare per rimanere nella boccia di cristallo. Ed Io li conduco e li trascino nell'irrealtà del reale. Li faccio fluttuare, i pesci nell'acquario: hanno sempre accettato l'acquario. Del resto chi rimane nella boccia vive, chi ne fuoriesce svanisce. Io decido cosa debba pensare degli esiliati il popolo del cristallo".
L'informazione totale promuove l'annestesia della mente, ormai incapace di sostenerne e interpretarne le diverse fonti e il loro valore: Cronaca, Gossip e Fashion (lo dico in inglese) sono tre delle tante divinità figlie del nuovo Apollo, dal crine stampato, che si fondono in un arabesco insipido e le cui spirali sono fulcro di un'ipnosi collettiva.
Stiamo svanendo? O stiamo mutando? Siamo immoti? Siamo cristallizzati in cubicoli tecnologici? Siamo insipidi? Siamo... ma siamo realmente?
Temo per l'umanità intera, che si commuove per la morte di Topolino mentre la scatola quadrata strilla nel vuoto del salotto lo scoppio della terza guerra mondiale.
Temo per noi tutti che, ingranaggi di un economia arrugginita, mai come oggi, nell'Italia della democrazia, siamo lontani dal poter contribuire alle decisioni dello stato: lanciati nella colonizzazione dell'universo della globalità abbiamo schiacciato e sconvolto il sano concetto di patria, quello coscienzioso e non irrazionale.
Temo per il fatto che la reazione chimica a questa follia disorientante, che vede gettati nel colosseo del XXI secolo gli integralisti religiosi, gli Indios, eredi del "buon selvaggio" del Rosseau, e gli studiosi di biogenetica, conduca a quel farmaco che le società organizzate ingeriscono per epurare il cancro della loro inefficenza: la guerra.
In realtà siamo in un perenne stato di guerra, contro il nemico senza volto... il terrorismo. Una guerra che colpisce al di là del limes, al di là del Reno, uno sfogo costante che permette all'impero la giusta fuoriuscita di risentimento dalla caraffa stracolma.
Sono pensieri sconnessi, come sempre del resto. Ma non posso vergognarmene: la sconnessione, come la sua consanguinea "connessione", è parte integrante del nostro vivere tecnologico.

lunedì 2 febbraio 2009

Grafica addio

Non voglio più vedere un computer nella mia vita.

Arriva il momento in cui tutto finisce

Chiudo e riapro me stesso. Spero sia la scelta migliore. Lascio un maestro e incontro la vita.
Maed

sabato 31 gennaio 2009

Riflessione

Percezione.
I nostri vuoti, segmentati e disposti gli uni accanto agli altri, riempiono la "giustezza" di riga della vita.
Il vuoto delinea lo spazio. La vita è lo spazio. Il vuoto delinea la vita.

giovedì 29 gennaio 2009

A Carolina



Quando ti penso, penso a un'artista dalle grandissime potenzialità, a un'amica vera a cui dedico questo concetto che, sicuramente, potrai rielaborare al meglio.

Maed: «Il Bodoni è morto.
Lunga vita al Bodoni».

Lualda bottiglia


Molto presto sul sito dello studio saranno presenti e sfogliabili le bottiglie e i progetti delle etichette realizzate per la cantina Pettene. Intanto, vi propongo un sorso di Lualda.

mercoledì 28 gennaio 2009

Studio tonale di una comune arancia di Sicilia


Il primo studio tonale sull'arancia sicula. La luce è leggera da "poco in alto" a sinistra.

O arancia divina,
figlia del cadmio e del sangue scarlatto
pria ch'io vi sbucci, o solare,
concedete la grazia delle vostre rotondità
alla muta, pallida cellulosa
che tanto vi invidia

sabato 24 gennaio 2009

Birds


Stage 01.
Comincia una prova... dopo riprenderò con la parte 2 della confereza. Birds, da uno scatto di Kenna, da cui ho tratto una struttura curvilinea composta da tre volatili. Ho composto il tutto in bitmap. Appena avrò il tempo di concedermi qualche esperimento cercherò di riproporre questa immagine con una "pittura grafica".

venerdì 23 gennaio 2009

Nino Migliori Fotografo, classe '26

«L'uomo individua la fotografia»
Nino Migliori, conferenza alle Arche Scaligere, Verona 2009.

«Considero la macchina fotografica come un grimaldello per studiare ed entrare negli altri»
Nino Migliori, conferenza alle Arche Scaligere, Verona 2009.

Grazie all'amica Carol (grazie Carolina!) sono venuto a contatto di una realtà, quella artistica, che ormai pensavo persa ed estranea al mondo della comunicazione (il «mercantilismo» che tutto divora, più del tempo ormai, sia nell'arte che nella grafica). Me lo ha permesso il fotografo Nino Migliorini, classe '26, un uomo il cui cammino di sperimentazione fotografica (i cui risultati molto si intrecciano ai concetti "grafici" di studio del segno etc... bla bla bla) abbraccia quasi un secolo: « Mi sono innamorato di una donna, la Fotografia e mi ci sono fidanzato, dal nostro primo – come ha detto lui stesso durante l'evento – incontro mi accompagna».

Vorrei poter dire ora la stessa cosa per la grafica... ma quante cose sono successe e quanto è passato da quando per la prima volta mi sono avvicinato a questa sapiente "ancella" dell'arte.

Tre sono stati i modelli del "fotografo sperimentatore", tre espressioni di culture e tempi diversi, tre passi importanti nella storia figurativa umana: Leonardo da Vinci. da cui prese spunto persino nella realizzazione tecnica di alcuni scatti "a lume di candela" per l'opera Terra incognita; Duchamp; Lucrezio.
Mentre descriveva il significato e le motivazioni della sua opera ciò che mi affascinava era la vitalità e la sensazione di pienezza che prorompevano dalla piccola figura seduta davanti alla sparuta platea. Una vitalità che comincia dove finisce il pensiero della classicità, degli studi e della profondità di una cultura e una curiosità che disarmano. Parola dopo parola eravamo incantati e trascinati nel suo mondo di immagini e sperimentazioni che l'hanno accompagnato sino a oggi.
L'importanza della cultura è rimarcata dal fatto stesso che tutta la sua carriera è stata costellata da quelle cui definisce le «frequentazioni», parola che nel suo caso acquisisce un duplice significato: incontri con la fotografia, a cui la sua creatività è perennemente vincolata, ma anche momenti d'incontro con le personalità, gli artisti, le idee e la cultura che hanno fatto grande il nostro paese. L'entourage artistico e intellettuale a cui ha partecipato a consentito lo sviluppo di concetti e idee che straripano dalla fotografia per innondare la pianura sconfinata dell'immagine.
Più che di tecniche si è parlato di concetti, e cosa se non le idee, ha la capacità di elevare una tecnica allo stato di arte?
Ecco i nuclei di lavori esaminati "impressionisticamente":
dal repertorio concettuale, è stata presa in esame una sequenza di lavorazioni tonali sulla fotografia di un dipinto di Gesù. La variazione dell'incidenza della luce, la sua luminosità creò tre diverse interpretazioni fotografiche del medesimo soggetto.

La prima ha una luce tipicamente romantica, il Cristo stesso ne è fonte, la seconda ha una luminosità leonardesca, molto morbida e rotonda, mentre la terza si avvale del chiaro-scuro drammatico che richiama al Caravaggio. La semplice scelata dell'utilizzo di differenti luci, voluta dal fotografo offre una triplice interpretazione del medesimo soggetto: «L'uomo individua la fotografia».

Pirogrammi
, Nino Migliori (1948)
Bruciare un pezzo di celluloide e impostarlo come negativo fotografico. Con il fissaggio della luce e del calore si possono ottenere incredibili effetti "grafici", oltre che fotografici, legati al segno, alla sua incidenza, al suo moto, al suo scorrere nel tempo e nello spazio.


In questa foto il concetto di "segno" diviene preminente... un segno fotografico che si avvale del tempo e dello spazio per essere creato.

Ossidazione, Nino Migliori (1949)
L'ossidazione di una lastra a cui è appoggiata la bocca del fotografo.


«Tempus edax rerum», forse in questa foto il concetto dell'erosione, della trasformazione della vita e della materia è ancora più netta. La fotografia diviene testimone non solo di un istante, ma del processo continuativo di trasformazione che avviene in essa.

Cliché-verre, Nino Migliori (1954)
Sperimentare la concellazione di parte del soggetto per concentrare l'attenzione dell'osservatore su ciò che rimane, con la coscienza del fatto che la scelta è quella di una parte rispetto ad un tutto indissolubile.



«Muri», Nino Migliori (1954)
La sensibilità del fotografo ricerca nel muro, consacrato fin dal secolo XIX spazio comunicativo, le tracce del pensiero umano, che si deposita in segni sulla superficie di cemento. Curiosamente i muri divengono veri e propri "fori" dove vengono a incontrarsi più riflessioni, talvolta in sequenze temporali e logiche. In realtà, quella dei "muri" è un'esplorazione che comincia con l'incontro con il tempo, che erode e trasforma, e che prosegue con la raffigurazione della mano umana, espressione di pensieri, a volte comuni, a volte politici, liberamente ereditati dal dai passanti. Il muro si trasforma nel "botta e risposta" della La Comédie humaine, e diviene ancor di più testimone di un passaggio di una mutevolezza costante, lenta ma continua.


Il particolare dell'erosione di un muro, il cui concetto grafico di peso e contrasto è fortissimo.

Il muro parla dei pensieri della gente, segni significativi umani che vengono lasciati come espressione di passaggio: lettere, parole e immagini "graffiano" la storia di questa struttura e comunicano tra loro.

«Manifesti strappati», Nino Migliori (1958)
Il concetto di erosione del tempo, unisce l'elemento "muro portante" all'elemento mediatico "manifesto", che diviene espressione di idee che nel tempo si perdono, e si sovrappongono le une alle altre per poi sgualciarsi e morire.

Fine parte A

I contratti non servono a nulla...

Dopo mesi che lavoro su un progetto e suna serie di carte firmate, progetti, prove di stampa... mi ritrovo con un cliente latitante e 500 euro da saldare presso un fornitore. Io credo che la legge non sia assolutamente paritaria. Credo che talvolta sia un impedimento. Credo che non vi sia possibilità di redenzione per un sistema come il nostro dove, dal 500 ad oggi, chi comanda coi soldi vince. E' tutto inaudito. Se te ciapo a ti stronso te spacco in due!

giovedì 22 gennaio 2009

Facebuk


Facebuk... Montorio ne sa qualcosa!!
E' solo un idea abbozzata ovviamente.

mercoledì 21 gennaio 2009

Hey Daddy watch this...


Prima di inserire i miei loghi in concorso, "ci regalo questo paesaggio al papy"... E' il paesaggio precedente ma risitemato e con un tocco più leggero. Adesso passo ad altro. Sempre Seppia o qualcos'altro...

Concorso... Vabbè!

Logo Vincitore
Ecco il vincitore del concorso per il logo dell'associazione per la diffusione della cultura giapponese in Italia Tokaghe.
Inserisco di seguito anche quelle che sono state le mie proposte. Finalmente posso rendere pubblico il tutto.


Questo è il primo... non voglio spiegare tutto quello che c'è dietro la scelta del colore.



Questo era il secondo... Si ce n'era anche un terzo.




Multipla per il "cerchio d'amore"


Dovendo progettare un logo è importante pensare l'eventuale futuro utilizzo. Sapendo che il «Cerchio d'Amore» si muoverà prevalentemante con la Multipla sarò necessario ipotizzare che il logo debba funzionare almeno su questa vettura.
Non sapevo come rappresentare questo concetto su carta e... mi sono rifatto una Multipla partendo da un'immagine presente su internet. Il concetto e il design della vettura sono proprietà di chi di dovere e io utilizzo il profilo per fini "altri" rispetto alla progettazione meccanica. Dovrebbe essere tutto ok?

Mela per etichetta e Brochure...


Primo studio su di una mela applicabile a etichetta alimentare e Brochure. Proviamo e vediamo.

Paesaggio monocromo


Il primo paesaggio monocromo, realizzato con acquarelli. E' coinvolgente. L'acquarello permette di immergersi e di catturare attenzione e sensazione senza pari. La mano è ancora grossolana e i valori tonali sono poco scanditi. Il primo passo. Penso che ne farò subito un altro.
Maed è immerso in un mondo seppia che poggia sulla cellulosa. Intensamente concentrato su come stendere l'acqua macchiata da toni e toni di seppia.

lunedì 19 gennaio 2009

studietto lezioso su una formichina


E' bello potersi permettere questi momenti di relax... soprattutto quando il mondo non ti reclama e vivi per alcuni istanti in totale isolamento: distante dal lavoro, distante dalla vita e da ogni minimo disturbo a quella parentesi in cui tu solo, con la tua piccola tavoletta grafica, cominci a tracciare qualche segno. Il segno lentamente si sovrappone e si intreccia con altri fino a comporre, senza conoscerne la ragione, una piccola figura. Questo è il momento che adoro... dal nulla della mente emerge, in una quiete totale, un gomitolo di linee che non aspetta altro se non di esere battezzato ed aggiustato. Sospinti dalle linee in un viaggio di silenzio interiore.

venerdì 16 gennaio 2009

Nell'attesa di...


Nell'attesa di sapere come in realtà è finito il piccolo concorso a cui ho partecipato, e in cui non nutro nessuna speranza, posterò per voi un interessante banner creato per la Royalbeer: il resuscitamorti.

giovedì 8 gennaio 2009

Favore e a sfavore


La vita è fatta di congetture e imperfezioni, ma chi dice che il destino soggiaccia a un'univoca interpretazione? Cerchiamone almeno due. Del resto la scacchiera cambia il proprio volto a seconda del punto di vista.