martedì 30 settembre 2008

Il tempo che scorre

Maed, bloccato nel traffico, per la prima volta si accorse di aver acquisito una nuova abitudine, forse un effetto collaterale del "vivere urbano": continuava morbosamente a controllare l'ora sul proprio orologio Philip Starck. Curiosamente non si era mai reso conto, precedentemente, di quanto il tempo fuggisse, anzi, per la verità, non aveva mai creduto che quella variabile, quantificata in secondi, incidesse a tal punto sulla sua esistenza; non aveva mai avuto bisogno.
Aveva scoperto di essere una delle tante vittime delle "ore", aveva scoperto di essere una fiamma languida destinata a spegnersi.
Maed, seduto nell'abitacolo della sua utilitaria azzurro zucchero, ora controllava istintivamente e morbosamente il quadrante del suo orologio Philip Starck: era un vizio che non avrebbe mai più abbandonato, una sicurezza nell'inconsistenza del presente.

mercoledì 24 settembre 2008

Sempre sulla breccia

Qui calma piatta. Sembra che la pagina del mio libro sia uniformemente regolare. Una voce elettronica:
- Premi in su per cancellare.
Continuamente, inesorabilmente: indubbiamente, il mio capo sta esagerando con il suo nuovo cellulare.

martedì 16 settembre 2008

La rabbia

Se un ragazzo mi chiedesse come è il lavoro del grafico, penso che gli risponderei che si tratta di una professioni di "infinita pazienza".
Non solo infatti, almeno per quel che riguarda il caso dell'Italia, e in particolar modo, credo, di Verona, ma anche a livello globale è una professione altamente impregnata di "pubbliche relazioni" e che soggiace a tutte le norme di bon ton che questo inevitabilmente comporta.
Non serve assolutamente essere quotati professionisti dalle vaghe aspirazioni artistoide: quelle serbatele per il vostro tempo libero!
Non serve nemmeno essere dei matematici estremamente attenti al dettaglio, come si può evincere dalla maggioranza dei prodotti grafico-editoriali pubblicati nel paese delle "belle arti".
In po che parole, è solo necessario saper bere il "gotto" in compagnia, vestiti all'ultima moda e imbastire il proprio, già inconsitente vocabolario, di parole musicali e di tendeza.
Essere grafico, prima del progettare su carta, è essere capaci di predare il cliente, "parandosi il culo"(per parafrasare un dotto insegnamento del mio capo)! Pena, l'estinzione.
Tuttavia, mi sono scocciato, seccato, stancato di mantenere quell'aria di disinteressata affabilità che dovrebbe contraddistinguerci al momento del primo incontro con il probabile committente...
alla fine è tutto una questione di denaro: chi fa di più a meno la vince! Quindi credo che non offrirò mai più un caffè o un drink al direttore marketing per due ragioni:
in primis gli appartenenti alla categoria, in genere, sono degli incompetenti "luccianti" (cazzo se luccicano con tutte le vaccate firmate di cui si addobbano) che si riempiono di epici luoghi comuni keynesiani, senza sapere nulla di come si produca un qualsiasi elaborato cartaceo (ricordatevi tutti che hanno la bocca piena di "brief", "flayer", "leaflet" e stronzate del genere, completamente sicuri del fatto che la terminologia inglese che accapparrono in fretta a destra e a manca possa in qualche maniera concretare loro figura professionale). Tuttavia ciò nontoglie che non abbiano effettiva coscienza o sensibilità nel relazionarsi con l'altro, dal momento che scoppiano di se stessi!!!
Punto secondo... credono che tutto gli sia dovuto (non solo professionalmente^^).
Ora io dico basta, mi sono rotto di dedicare 5 minuti in più al direttore marketing.
So che da un grafico che scrive un blog ci si aspetterebbe ben altro, a livello di contenuti s'intende, ma questa è la mia rabbia e io la devo esternare altrimenti, prima o poi scioppo.
Segna... perchè non rispondi al cell? a che cazzo serve un cell se non rispondi?

domenica 7 settembre 2008

Gestione delle fonts

Ora... l'unico rammarico sta nel fatto che non posso oberare il sistema operativo Microsoft di tutte le font che possiedo (un archivio di circa 4 Gbyte) e devo pertanto utilizzare un gestore (simil Font Explorer) di caratteri che funzioni in windows:
come utente Mac ero abituato a un'organizzata suddivisione delle font non solo sotto il criterio del nome (con rispettive preview) ma anche in cartelle di lavoro funzionali all'attivazione secondo le esigenze che via via sono dettate dal cliente.
Come fare?

Fonts

Sembrerebbe finalmente che sia riuscito a trovare la soluzione al dilemma della conversione: dovendo convertire una font da formato PS1 MAC in PS PC, ho utilizzato un programmino, Crossfont, fornito da Acute System (di cui linko una breve guida per l'utilizzo: http://www.asy.com/helpcf.htm#copymac)il passaggio tra piattaforme sembrerebbe essere andato correttamente. Vista finalmente riconosce e importa la font nella propria cartella caratteri. Siamo giunti ad una svolta? Ora apro e utilizzo la font su Indesign, quindi effettuo Postscript.

Funziona tutto correttamente. Postscript e pdf eseguiti e nessun errore di visualizzazzione. Ora proverò con una font più datata della Fontshop International.

giovedì 4 settembre 2008

Ebbene sembrerebbe tutto possibile

Font: problema risolvibile? direi di si dal momento che sembra sia possibile per Windows Vista supportare i caratteri type 1 erroneamente chiamati postscript. L'importante è che nella cartella della font siano presenti alcuni piccoli file con formati particolari. Insomma sembrerebbe che io sia riuscito a fare un piccolo passo in un mondo molto più ampio.
Domani mattina dentista. Devo trovare il fottutissimo Formata.

Quelle "bellissime" etichette

Inutile dirvi quanto, trascorrendo gran parte della mia esistenza a stretto contatto con i Computer, il mio range ti tempo libero, dedicato alle relazioni sociali "umane" si assottigli tremendamente: il che comporta uno spiacevole senso di perdita di positività nei confronti della società, come forma di vita globale e reale, delle sue persone, cellule "semi-pensanti" che ne formano la struttura, e della mia esistenza, l'ingranaggio mancante e mancato, decisamente borderline.
Detto questo, mentre sto sondando l'entità web alla ricerca di risposte al post precedente, ero tornato con la mente alla progettazione delle mie prime etichette... quanto impegno e quanto tempo mi sono costate (normative da studiare, relazioni con i clienti, etc...) Ma è veramente necessario tutto questo? Non si riesce mai a raggiungere la qualità prefissata e ci si accontenta di una sostanziazione del concetto che immancabilmente si sporca nel momento in cui entra in contatto con i limiti dettati dai costi stampa, dalle idee di altre persone e i rispettivi "profani" pareri: insomma, mi faccio un culo quadrato per poi sentirmi dire dal primo cazzone che non sa nulla frasi del tipo «ma io lo farei così!», oppure, «sì bello ma...». Quanto incidono gli innumerevoli pareri altrui (gli amici del cliente, i figli del cliente, la nonna del cliente, il consiglio di amministrazione, il gatto, il cane e tanti altri)?
Io passo il mio tempo a studiare, aggiornarmi, cercare, imparare per poi eseguire e provare, controllare ogni dettaglio, per poi sentirmi giudicare da un qualsiasi idiota e analfabeta visivo e per poi sentirmi dire dalla mia donna: «Tu non sei presente in casa! Non parli mai!».
Questa strada l'ho scelta per passione, e questo implica che ogni volta vado a incazzarmi.
Il mio collaboratore e sentenzia: «devi essere freddo e scientifico!».
Io credo di dover assumere questo modello per continuare a sopravvivere ma è difficile trasformare la passione in un lavoro scandito da un metronomo mentale che fa salire la propria parcella.
Alla fine tutto si ridurrà a questo? Io metronomo produco 45 euro all'ora? Questa è la vita? Questa è la grafica? Cazzo che dramma!

P.s. scrivo e appunto concetti di getto... scusate la grammatica ed eventuali errori di sintassi

mercoledì 3 settembre 2008

Arrivò un portatile... e cominciarono i drammi. Fonts

Credo che dovrei presentarmi a voi tutti ma ancora non lo farò, presenterò invece questo nuovo strumento di comunicazione che ho di recente acquisito da un amico, che non poteva pagare le bollette se non svendendomelo, e che si chiama Vaio: è un portatile. Nel suo stomaco digerisce un Windows Vista, che mi sembra essere un albero di natale con luci a effetto ritardato. L'interfaccia è cool (parlo da, punto primo, grafico che da sempre ha usato e possiede due Apple e, punto secondo, ignorante utente medio che non smanetta per nulla, se non per aggiornare drivers etc...). Ho riscontrato il fatto che, ergonomicamente parlando, questo porttile va bene... cazzo se va bene e mi è costato fottutamente poco, al contrario dei figli di Steve Jobs (devo controllare come si scrive), che mi sono costati sangue.

Comunque ho cominciato questa mia nuova vita e voglio riuscire a fare grafica in un mondo apple con un PC Vaio. Dite che ci riuscirò?

Il primo problema da risolvere, soprattutto nel mio caso è la ricerca di un gestore di fonts o di informazioni supplettive riguardo l'utilizzo delle fonts da parte del Vista:

su Mac ero abituato a piccoli o medi tools, come Suitcase o Fontexplorer... nel mondo di Bill cosa ci sarà che funge da manager delle Fonts?

Mentre sfrutterò questo Notebook per lavorare metterò ai box il piccolo Titanium e lo sistemerò un pò: si era creato quel rapporto padre-figlio che, realmente, solo gl utenti Mac riescono a concepire verso questi piccoli oggettini di culto fregiati dalla mela luminescente!

Speriamo di farlo tornare alla grande e farlo convivere con il nuovo arrivato.

Mentre sono qui che cazzeggio con questo Blog (è la prima volta che ne scrivo uno), la mia ragazza di là, nella seconda stanza della mia casa di due stanze, naviga con il suo portatile eascolta musica lirica. Non ve ne frega niente eh? In effetti...

Ieri era il mio compleanno e mi ha organizzato una festa a sorpresa: la mia piccola dimora era sovraffollata, con conseguente effetto sauna. Ciò non toglie sia stato tutto veramente divertente. Non sto a elencarvi le persone: c'erano un bel pò di elementi.
Inoltre sono rientrato in casa con la rivista che ho appena concluso, dopo un'odissea di tre mesi. Altra soddisfazione. La rivista.