giovedì 4 settembre 2008

Quelle "bellissime" etichette

Inutile dirvi quanto, trascorrendo gran parte della mia esistenza a stretto contatto con i Computer, il mio range ti tempo libero, dedicato alle relazioni sociali "umane" si assottigli tremendamente: il che comporta uno spiacevole senso di perdita di positività nei confronti della società, come forma di vita globale e reale, delle sue persone, cellule "semi-pensanti" che ne formano la struttura, e della mia esistenza, l'ingranaggio mancante e mancato, decisamente borderline.
Detto questo, mentre sto sondando l'entità web alla ricerca di risposte al post precedente, ero tornato con la mente alla progettazione delle mie prime etichette... quanto impegno e quanto tempo mi sono costate (normative da studiare, relazioni con i clienti, etc...) Ma è veramente necessario tutto questo? Non si riesce mai a raggiungere la qualità prefissata e ci si accontenta di una sostanziazione del concetto che immancabilmente si sporca nel momento in cui entra in contatto con i limiti dettati dai costi stampa, dalle idee di altre persone e i rispettivi "profani" pareri: insomma, mi faccio un culo quadrato per poi sentirmi dire dal primo cazzone che non sa nulla frasi del tipo «ma io lo farei così!», oppure, «sì bello ma...». Quanto incidono gli innumerevoli pareri altrui (gli amici del cliente, i figli del cliente, la nonna del cliente, il consiglio di amministrazione, il gatto, il cane e tanti altri)?
Io passo il mio tempo a studiare, aggiornarmi, cercare, imparare per poi eseguire e provare, controllare ogni dettaglio, per poi sentirmi giudicare da un qualsiasi idiota e analfabeta visivo e per poi sentirmi dire dalla mia donna: «Tu non sei presente in casa! Non parli mai!».
Questa strada l'ho scelta per passione, e questo implica che ogni volta vado a incazzarmi.
Il mio collaboratore e sentenzia: «devi essere freddo e scientifico!».
Io credo di dover assumere questo modello per continuare a sopravvivere ma è difficile trasformare la passione in un lavoro scandito da un metronomo mentale che fa salire la propria parcella.
Alla fine tutto si ridurrà a questo? Io metronomo produco 45 euro all'ora? Questa è la vita? Questa è la grafica? Cazzo che dramma!

P.s. scrivo e appunto concetti di getto... scusate la grammatica ed eventuali errori di sintassi

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